Settembre 28

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Cosa hanno in comune le persone che sviluppano un Disturbo Ossessivo Compulsivo?

Molte persone che soffrono di doc che arrivano nel mio studio, malgrado ognuno abbia le proprie caratteristiche di vita che rendono UNICO ognuno, hanno alcuni tratti in comune.. o anche più di uno.

Riprendendo la metafora della casa e del Doc come inquilino indesiderato, se la casa è un luogo dove le ossessioni possono trovarsi a loro agio, beh in effetti io stessa posso confermare che tutte le case cioè tutte le persone che sviluppano Doc hanno aspetti comuni.

Prova a pensare attentamente se anche tu ti ci ritrovi

-Una famiglia di appartenenza con alcuni dei famigliari affetti da disturbi d’ansia o tratti maniacali e depressivi seppur latenti

-Carenza di scambi affettivi durante l’infanzia e l’adolescenza

– Esperienze pregresse traumatiche o comunque complicate come separazione della coppia dei genitori, conflitti, assenza di uno dei due genitori (solo per citarne alcune)

-Una pregressa predisposizione personale all’individualismo, il cosiddetto “cavarsela da soli”

-Esperienze difficili che hanno visto coinvolto in prima persona l’individuo che sviluppa doc (bullismo a scuola, isolamento sociale, arresti bruschi nel percorso di vita oppure sportivo, la fine di un’amicizia o di un amore importante..).

Senza dilungarsi oltre, ho riportato solo alcuni esempi per sottolineare: chi sviluppa un disturbo ossessivo subisce un brusco cambiamento nella propria vita che è improvviso, imprevedibile, irrimediabile almeno agli occhi di chi lo vive e nel momento in cui vive quel cambiamento.

Si ha letteralmente l’impressione che “qualcosa o tutto in quel momento” sia sfuggito di mano, si sia rotto , non possa più tornare indietro, la sensazione di perdere il controllo”.

Il bisogno di controllo

L’essere umano è nato per organizzare, gestire, programmare il corso della sua vita sia nel breve che nel lungo termine. Ne siamo tutti capaci, è un costrutto evolutivo insisto nella natura umana, dotata di intelletto  che dà gli strumenti per controllare ciò che ci accade e per far procedere la nostra vita nella direzione dello stare bene, del benessere.

Peccato che, per fortuna, non funziona sempre cosi! Per fortuna dico! perché se riuscissimo a controllare tutto e tutto ciò che vogliamo si verificasse esattamente come vogliamo, non ci sarebbe la sorpresa, il desiderio, l’attesa, l’incertezza che a mio avviso, hanno sempre un lato eccitante e sono di insegnamento.

Comunque tornando ad una persona che inizia a conoscere le ossessioni magari anche già dalla sua adolescenza: sperimenta qualcosa che assomiglia alla perdita del suo “ipotetico controllo” su quella cosa. Dico ipotetico controllo, perché la mente ci fa credere che potremmo controllare tutto, ma non è assolutamente vero!

Se sono figlio di genitori che vogliono separarsi, non posso controllare la loro felicità ed il loro rapporto, non posso fare in modo che continuino a stare insieme se non ci sono più le condizioni per loro per farlo. Oppure se il mio migliore amico decide di non rivolgermi più la parola senza che ci siano le condizioni per parlare di una brutta lite tra noi, non posso controllare la sua decisione.

Se penso che ogni volta che esco di casa solo per fare qualsiasi cosa deve per forza esserci il sole perchè controllo le previsioni meteo, pretendo a me stesso di esercitare un controllo sulle mie giornate che rischia di non poter durare!

Non puoi controllare tutto nella tua vita

Quando una persona affetta da Doc si rivolge ad un professionista psicologo per esempio per farsi aiutare, non sempre è consapevole di cosa abbia e non sempre è già consapevole di questo aspetto del controllo.

Dipende da quanto tempo soffri di ossessioni, se ti sei informato, se hai cercato di analizzare ed individuare i pensieri che stanno “dietro” le ossessioni.

Il focus sul tema del controllo è uno dei punti più importanti e basilari nel lavoro con i miei pazienti.

Se capisci che NON puoi controllare tutto anche se la mente ti fa credere questo, inizi a sentirti alleggerito di un grosso peso. E se non basta, prendiamo tutti i pensieri ossessivi che ti frullano in testa ed analizziamoli come se fossimo dei detective

Per esempio:

E’ logicamente possibile pensare di uscire di casa da soli solo se non piove? Posso avere sempre la certezza che se esco non pioverà? e se accadesse una volta, sarà colpa mia perché non ho saputo controllare?

Ha senso pensare che se esco da solo per fare una commissione oppure per andare al lavoro ma mi capota di fermarmi lungo il tragitto per una fila (per esempio se sono in auto e mi devo fermare per il traffico), non posso controllare la mia ansia se trovo una fila? In che modo l’essere temporalmente fermi per qualche minuto mi fa perdere il controllo sui miei pensieri?

 

Il tema della responsabilità e necessità di VERIFICA nelle persone con doc

Al centro di ogni controllo c’è il desiderio di liberarsi dalla sensazione che qualcosa non è come dovrebbe essere. Quando una persona senza disturbo ossessivo compulsivo chiude a chiave una porta per esempio, se ne va con la sensazione che qualcosa è stato fatto bene, funziona, è completato.

La mente ci fa provare uno stato di agio e di spensieratezza e non ci fa più pensare alla sequenza di operazioni richieste per controllare la porta e verificare che fosse chiusa.

La mente di una persona con ossessioni, invece, non riesce a funzionare in questo modo.

Quando viene richiesta un’azione che richiede un controllo, la mente non riesce a controllare e non è certo che ciò che ha fatto “è stato fatto correttamente” quindi la mente interpreta questo disagio come qualcosa che non va.

Se soffri di ossessioni stai uscendo di casa, mentre ti allontani dalla porta di casa, esci dal vialetto e scendi in strada: ti verranno presentati pensieri su una serie di eventi catastrofici che potrebbero verificarsi a causa del tuo mancato controllo appropriato punto il rubinetto potrebbe essere stato lasciato aperto, il che potrebbe allagare la casa appunto una luce accesa può causare un incendio punto la porta sbloccata può rendere la tua casa più sensibile agli attacchi di unfurto.

L’ossessione ti dice: “Se solo avessi controllato, l’invasione di alcuni ladri in casa tua non sarebbe avvenuta!”

Uno dei punti cruciali di intervento con le ossessioni consiste nel fatto che è necessario prendere atto di questi passaggi ed allenarti a lasciare andare questo rimuginio mentale e cercare di resistere alla compulsione di “tornare indietro per controllare”.

Accettare le ossessioni è stare nella paura peggiore che le ossessioni ci possano trasmettere: “il senso di irresponsabilità”.

 

La meditazione e l’esercizio del respiro

Quando abbiamo a che fare con le ossessioni che ci danno degli ordini e ci fanno credere che se non li eseguiamo siamo delle persone irresponsabili e colpevoli, viviamo in un costante stato di ansia ed allarme.

Una delle prime attività che insegno alle persone che aiuto nella mia pratica clinica è l’esercizio del controllo del respiro

Perciò, per cortesia, prenditi alcuni momenti per te.

Siediti in una posizione comoda, allenta la camicia o i vestiti stretti, abbassa o spegni la suoneria del cellulare. Se vuoi, prima di iniziare, puoi chiudere gli occhi per qualche secondo e portare la tua attenzione al respiro.

Ascoltare il respiro è un esercizio molto potente, ed è utile anche quando ci si sente agitati.

Puoi fare così: comincia facendo 3 respirazioni profonde.

Devono essere lente, lunghe e molto profonde e durante ognuna di esse puoi contare mentalmente, così: 1…… 2……… 3……

Puoi continuare ancora se vuoi, fino a 7, o a 10, cercando di rimanere con l’attenzione sul tuo respiro che diventa via via più calmo e regolare.

Se vuoi, puoi fare questo esercizio ogni volta che lo desideri. Non è tanto importante farlo a lungo, quanto ripeterlo di frequente punto vai

Ripetendo questa pratica frequentemente ti accorgerai che funzionerà sempre meglio. Maiuscola e potrai farla tutte le volte che ti va virgola in ogni situazione (anche in coda supermercato) e per il tempo che riterrai più opportuno.

Il respiro è una delle poche funzioni su cui possiamo agire consapevolmente

In via del tutto eccezionale ti dirò subito la ragione per la quale questo esercizio è molto importante ed utile.

In verità le ragioni sono molteplici:

  • Non puoi fare a meno di respirare… il che significa anche che il respiro è sempre con te, in ogni momento. Non costa nulla, non è pesante, non puoi dimenticarlo a casa, non fa male e non ha controindicazioni. Fa parte di te e per mezzo di esso entri in contatto con il tuo corpo.
  • La respirazione è un perfetto ponte tra il conscio e l’inconscio.

  • È una delle poche funzioni corporee su cui possiamo agire consapevolmente: possiamo accelerare il nostro respiro, rallentarlo, ampliarlo o approfondirlo. Ma esso continua a funzionare anche se non ce ne occupiamo: in questo momento, mentre la tua attenzione è rivolta al testo, il tuo respiro continua a esistere.

La respirazione è profondamente legata allo stato emotivo ed alla velocità dei pensieri che affollano la mente.

Il modo in cui respiri quando hai paura o ti senti ferito è diverso dal modo in cui respiri quando sei calmo o rilassato.

Quindi questo esercizio ha diverse implicazioni positive: esercitandoti a controllare il respiro segnali al tuo corpo che si può rilassare, che ti prendi cura di lui.

Calmando il respiro ed il corpo, di riflesso calmerai la mente, che comincerà a rallentare il flusso dei pensieri. Come puoi ben immaginare, questo è dannatamente utile nel momento in cui l’ansia è alta

(infatti puoi notare che quando sei agitato la respirazione è più breve e rapida del solito)!

NOTA BENE: questo esercizio, non è una bacchetta magica! Se non funziona alla prima non ti scoraggiare e continua a metterlo in pratica. Le abilità per essere imparate appieno hanno bisogno di tempo.

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